L’agenda rossa di Paolo Borsellino

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La borsa di cuoio che Borsellino aveva sempre con sè fu ritrovata in via D’Amelio: dentro le chiavi, sigarette e poco aItro, ma non l’agenda rossa. La moglie Agnese ricorda che il giudice la ripose nella borsa dopo aver scritto lunghe annotazioni. 

Dal discorso di Paolo Borsellino del 20 giugno 1992:

“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte, proprie perché meno appesantite dai condizionamenti e dai ragionamenti utilitaristici che fanno accettare la convivenza col male, a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

“Sono morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro. Questo debito dobbiamo pagarlo, gioiosamente, continuando la loro opera, facendo il nostro dovere, rispettando le leggi, anche quelle che ci impongono sacrifici, rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, collaborando con la giustizia, testimoniando i valori in cui crediamo, anche nelle aule di giustizia, accettando in pieno questa gravosa e bellissima eredità, dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo!”.

(video completo dell’intervento)

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